Vocedavecchia

Elisa Victroria – Blackie – traduzione Elisa Tramontin

“Quando vedo padri, fratelli o nonni, ma soprattutto padri, un grande vuoto mi si spalanca all’improvviso nello stomaco, come un precipizio di fame che non si può placare indipendentemente dalla quantità di gelati che ti mangi. Mi succede in scala ridotta con la neve. Vedere una cena natalizia in tv, la famiglia imbacuccata, le luci, i pupazzi con la carota a fargli da naso, oh, sembra perfetto, e a volte sarà bello, ma Domingo ha ragione a dire che non bisogna farsi intortare dai quei film, ci vendono soltanto sogni a buon mercato. La neve ha il suo perché, mi dice Domingo, ma subito dopo ti rendi conto che è fredda e sporca e ti taglia le mani.”

Marina ha nove anni, ma a sentirla parlare (o pensare) gliene daresti alcuni di più. Vive con la madre e l’ultimo fidanzato di lei, ma si ritrova spesso a stare dalla nonna, perché la mamma è malata di una malattia che non verrà mai pronunciata e dalla quale Marina viene tenuta il più possibile lontana 

“Mi incammino in modo circospetto verso il letto in cui dorme mia madre. È in mutande, riposa sotto un sottile lenzuolo blu con il rossetto sulle labbra e i capelli corti. Mi sdraio davanti a lei e mi stringo alla sua carne rigonfia, trattengo il respiro per non disturbarla. Le tocco le mani incoscienti, sniffo il suo aroma e comprendo, comprendo tutto. Non fa niente se muore, quando sarà. Non le serberò rancore. Potrò sempre procurarmi il suo profumo e chiudere gli occhi. Sono anni che memorizzo il suono del suo cuore.”

Vocedavecchia si snoda nell’estate del 1992, tra Siviglia dove Marina vive e Marbella dove va in vacanza con nonna e gli amici di lei 

“Conosco i quattro vecchi da tempo e mi sento a mio agio con loro, non mi viene in mente un gruppetto migliore per l’estate. La gente anziana è gentile, ci stimiamo a vicenda. Sappiamo renderci felici e guardiamo giovani e adulti burlandoci di quanto si credono importanti. Il nostro settore non partecipa pienamente al mondo, ci rifugiamo in un margine imbottito.”

Marina ci racconterà le sue paure e i suoi dubbi, il suo sentirsi diversa e spesso respinta per il suo modo di essere o per quei vestiti che nonna le confeziona; ci racconterà il suo interesse per il sesso, per i corpi, per le riviste porno, il suo voler crescere in fretta, ma, nello stesso tempo ci parlerà delle sue bambole o del suo astuccio con Hello Kitty.
E queste sue contraddizioni danno origine a un personaggio indimenticabile, a suo modo tenero e malinconico; una bambina che cerca di barcamenarsi in una vita difficile, con un papà che è un estraneo e le donne della sua vita così diverse tra di loro


“Mia nonna non è brava a risolvere problemi grossi, si innervosisce molto dinanzi ai dilemmi cruciali della vita, ma quelli piccoli sono la sua specialità. Il cu*o non te lo salva, ma ti applica la pomata migliore. È comunque importante, è comunque utile. Mia madre invece è un guerriero di quelli che urlando si mettono a correre in prima fila, di quelli che si prendono la sberla in faccia e continuano a correre finché non hanno più forze, di quelli che sono capaci di utilizzare l’ultimo respiro per accoltellare il nemico.”


Una bambina costretta a cambiare spesso luogo, scuola e quelle poche amiche che riesce a trovare.
Una bambina che si sente inadeguata e che vorrebbe essere, forse, più forte


«Come si fa a essere così, mamma?»
«Così come?»
«Così divertente, così bella, fai tutto bene, non hai paura di niente.»
«Ma figlia mia, per farlo bisogna solo volerlo. Se non hai paura che ridano di te nessuno oserà ridere di te. Chiunque può essere una regina, non conta se sei grassa o magra o bianca o nera. Se tu ti senti così, nessuno te lo può levare.»


Ma che mette in campo il suo essere sfacciata per nascondere le sue paure.

Ciò che rende unico il romanzo di Elisa Victoria è la voce che ha scelto di dare alla sua piccola protagonista. Un tono che all’inizio può anche disturbare il lettore o può essere poco credibile, ma quello stesso lettore poi non potrà che affezionarsi alla curiosità e alle conversazioni tra Marina e la nonna o tra Marina e il fidanzato di mamma Domingo. E finirà con adorare questa bimba che guarda il mondo senza giudicarlo mai, riconoscendo a ognuno la propria libertà di essere ciò che è.

Vocedavecchia è stata una delle due proposte di  Libreria La Ciurma di Como e la scelta di Elena Manzari libreria nomade di Conversano (BA) nella diciasettesima puntata di #edopocosaleggo