Silvia Di Natale – Clichy edizioni
“Credetti di capire: l’anima della donna era l’anima di Gina, una donna disposta a sacrificare persino la sua intelligenza e il suo talento pur di non dispiacere a una persona amata. Il mio difetto non era la mancanza di originalità, di intelligenza o di coraggio, ma l’eccesso d’amore”
Confesso che prima di prendere in mano questo libro non sapevo chi fosse Cesare Lombroso,
“Il grandissimo merito di papà, è stato quello di affermare che il delinquente non è sempre responsabile delle azioni che compie, sia perché insano di mente, sia per un difetto, chiamiamolo così, che si porta dietro sin dalla nascita. Secondo papà, insomma, i delinquenti sono dei malati; prima di giudicarli è perciò necessario considerare la loro personalità nel suo insieme. Da parte sua, si mise a studiarli con grande alacrità annotando le loro caratteristiche somatiche, studiano il loro gergo, facendone fare dei ritratti, raccogliendo campioni dei loro manufatti e persino dei loro tatuaggi […] papà è stato il fondatore indiscusso di una nuova disciplina: l’antropologia criminale.”
ma Una donna nell’ombra non è la storia di Cesare, ma di Gina, una delle sue figlie, la prediletta, quella a lui più vicina. Gina che fa da segretaria al padre, che lo assiste
“Consideravo assolutamente naturale che il mio primo pensiero della giornata fosse rivolto a papà, che prima ancora che alla mia tesi di laurea pensassi alla sua posta o a un suo articolo da tradurre. Se il mio lavoro stentava a progredire, me la prendevo con me stessa.”
che corre il rischio di rimanere nell’ombra (prima del padre, appunto, e dopo di un marito, quel Guglielmo Ferrero, storico e scrittore riconosciuto a livello mondiale), perché fin da bambina Gina è la mediatrice, colei che si prende le colpe, colei che si sacrifica per il quieto vivere. Fin da bambina per Gina la famiglia, “il sistema Lombroso” viene prima di tutto
“Il nostro sistema era fondato sull’amore, perciò funzionava; se c’erano delle crepe si risanavano. Fin da piccola avevo istintivamente fatto di tutto perché non venisse meno o si ristabilisse subito quella reciprocità degli affetti che era la sua forza”
una donna che può apparire debole.
Ma Gina è intelligente e, se si adegua a prendere una laurea in lettere pur desiderando altro, alla fine riesce a conseguire anche quella in medicina. E soprattutto riesce a essere vista semplicemente come la donna che è non solo come la figlia di suo padre o la moglie di suo marito, e questo anche grazie ad altre figure femminili che hanno avuto un ruolo nella sua vita.
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Una donna nell’ombra è la biografia che odora di autobiografia, dato che leggendo (la narrazione è in prima persona) si ha la sensazione di ascoltare Gina mentre ci racconta la sua storia, e del resto Silvia Di Natale per questa sua opera parte proprio dagli scritti di Gina, e ne ricava un racconto sincero, che affianca azioni a pensieri, a dubbi.
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È la storia di una donna privilegiata, nata in una casa frequentata da medici e intellettuali, una donna che viaggia e ha la possibilità di studiare, scrivere, dire la sua nonostante il suo essere, appunto, donna
«noi donne ricadiamo sempre nella stessa trappola: ci hanno insegnato che il nostro destino è quello di sacrificare agli altri la nostra felicità e noi, ogni volta che tentiamo di fare il contrario, ce ne pentiamo perché non sopportiamo i rimorsi di coscienza. È il meccanismo che ci tiene schiave senza che ci sia bisogno della frusta.»
Ma questa anche una storia che attraversa due guerre, che ci racconta un periodo storico (che non sempre resta solo sullo sfondo) che va dal 1875 e finisce durante la Seconda Guerra Mondiale (Gina morirà nel 1944, in esilio a Ginevra, essendo i Lombroso di origine ebrea). Una storia che attraversa diversi lutti e diversi sacrifici. Gina probabilmente sacrificherà anche il suo vero amore e per il bene degli altri, perché Gina era così
«… che cos’altro, quello che si poggia sui sensi. Devi decidere tu che cosa desideri per il futuro; non commettere però l’errore di sperare in un cambiamento di Guglielmo. Lui rimarrà com’è adesso, non potrà mai possedere le qualità che ami in tuo padre, né puoi pensare di riprodurre con lui il “sistema” che conosci fin dall’infanzia»

