Sceglie un libro esposto in classifica e chiede
se può prenderlo.
Le dico che ha scelto molto bene, che quello è un piccolo gioiello giapponese
lei mi risponde che in questo momento riesce a leggere solo libri brevi, che deve riprendere il contatto con la lettura.
Poi mi chiede se ci sono libri illustrati che raccontano viaggi, e aggiunge che è stata via dall’Italia per un anno: Sono contenta di essere tornata però, è stato un viaggio faticoso, ma mi ha dato molto e ora quel molto vorrei raccontarlo.
Apre lo zaino e mi mostra due taccuini neri, scritti fitti e corredati da disegni. Mi dice di essere stata in Francia di essere partita senza conoscere la lingua:
Mi sedevo in un caffè e aprivo il mio taccuino, scrivevo ciò che vedevo, ma anche ciò che sentivo, pensieri, poesie anche, impressioni. Intorno a me il brusio di una lingua che non conoscevo mi faceva sentire sola, ma non da sola.
Ha diciotto anni, il prossimo anno dovrà affrontare l’ultimo anno di liceo artistico e poi, forse, una scuola di scrittura o di disegno, non lo sa ancora. Le dico di sedersi e, mentre guarda un libro che racconta Roma con delle illustrazioni, mi racconta un poco di lei e mi parla di Parigi: la definisce un luna park che offre storia, arte e luoghi belli.
Mi alzo e vado a prenderle un libro che ha tra i suoi protagonisti una Parigi di cento anni fa e glielo racconto. Lei guarda tutti i libri che si è portata sul tavolino con uno sguardo indeciso, poi li raccoglie tutti e mi dice che i soldi spesi per i libri sono sempre soldi spesi bene.
La saluto dicendole di non abbandonare il suo progetto, di scrivere, di disegnare, di farlo anche per se stessa, le racconto che io avrei voluto farlo di più, almeno non avrei perso molti dei dettagli del mio viaggio italiano.
Mi dice che lo farà, che deve trovare il suo modo, ma che vuole raccontare questo suo anno che l’ha vista crescere un poco.
La guardo uscire e penso a quanto è bella, avvolta in quell’accento francese che un poco si è portata a casa e in quel suo essere così giovane, con l’incertezza di tutte le strade aperte. Penso che non saprò mai quale di quelle strade sceglierà e che non le ho nemmeno chiesto il nome.

