Libro vagabondo_quindicesima tappa
Sono arrivata davanti al’ex macello di Terlizzi e ho iniziato a guardarmi intorno, a consultare Google Maps e a ricontrollare l’indirizzo della libreria, perché l’ex macello dava l’impressione di essere qualcosa di ex, appunto, qualcosa di abbandonato, di dimenticato anche. Poi ho visto alcuni ragazzi entrare nella stradina che affianca la struttura, andare oltre e li ho seguiti. Ho trovato così il MAT, il laboratorio urbano di Terlizzi, la struttura che sapevo “contenere” la libreria Un panda sulla luna.
Gabriele mi ha sorriso subito, anche quando l’ho attaccato dicendogli: Però, magari un’insegna per dire dove siete potevate anche metterla. Mi ha sorriso e ha detto, Lo so, hai ragione e ci stiamo pensando.
Del resto Un panda sulla luna, ha aperto le sue porte domenica 21 novembre, e ci sono dettagli ancora da perfezionare. Dobbiamo capire ancora diverse cose, mi dice Gabriele, prima fra tutte quale sarà il nostro pubblico, quali saranno le richieste che ci verranno fatte.
Anche se la libreria ha già una sua forte identità, e lo intuisco mentre Gabriele mi porta in giro fra gli scaffali mostrandomi orgogliosamente le case editrici che lì hanno trovato spazio, quelle che la libreria ha deciso scegliere e proporre insomma: case editrici indipendenti, alcune tra le più note, ma anche alcune chicche delle quali Gabriele va molto fiero e mi racconta (e mentre scrivo mi sono ricordata di una casa editrice che Gabriele mi ha proposto e della quale ora ho dimenticato nome e, soprattutto, di acquistare un libro…). Certo dobbiamo tenere anche qualcosa di più commerciale, e ciò che non teniamo può essere prenotato e ordinato, mi dice facendomi capire che il cliente va un poco assecondato anche.
Gabriele sorride sempre e parla molto, travolto dall’entusiasmo di chi è riuscito a realizzare un sogno,
anche se quando gli ho chiesto come ci si sente, lui mi risponde, non so ancora bene dove sono ora, non so se sono sveglio o se sto ancora dormendo (e sognando appunto).
Mi ha raccontato i mesi di lavoro pensante, di ricerca delle case editrici, di scelta e il viaggio al Salone del Libro per perfezionare gli incontri, per farsi conoscere.
Anche se il Panda sulla luna, era già un’associazione culturale prima di diventare libreria, aveva già il suo seguito sui vari social, era già immersa nel mondo dei libri e dei suoi autori da alcuni anni. Abbiamo organizzato il primo incontro nel giardino di casa nostra, mi dice Gabriele, ed è anche andato bene. E da lì abbiamo continuato a farlo. Fino a quando il MAT ci ha proposto questo spazio per avere un luogo fisso dove poter “agire”, e così è nata quell’idea di libreria che, come quasi ogni lettore, avevo comunque da parecchio tempo.
Non mi sono mai accontentato delle amicizie o dei contatti virtuali, aggiunge, certo è bello che esistano i social, serve a conoscere e a farsi conoscere, ma vuoi mettere il contatto dal vivo? Vuoi mettere il conoscersi davvero?
Gabriele ha (ormai) alle spalle un passato da OSS, ha lavorato coi disabili, ha dovuto affrontare in ospedale il brutto periodo che ci è capitato, e mi racconta di essersi ritrovato su quella strada, per una scelta fatta a vent’anni, una di quelle scelte che, forse, con il senno di poi non avrebbe fatto, una scelta che lo ha portato a una rinuncia e, forse, anche a un rimpianto. Rimpianto che ha colmato continuando a occuparsi di cultura, di cinema e di libri, continuando a leggere (ovviamente) e a frequentare e promuove quell’ambiente che non ha potuto frequentare come avrebbe voluto. E arrivando, ora, ad aprire Un panda sulla luna.
Possiamo dire che questa libreria sia il risultato di questo brutto periodo, un periodo in cui abbiamo avuto tutti più tempo per pensare, per provare a costruire qualcosa.
Insomma, forse, non ne usciremo tutti migliori, ma qualcosa di bello questo brutto periodo ha anche portato, aggiungo io.
Perché questo nome? ho chiesto a Gabriele. Un po’ per caso, il “problema” del nome si è presentato quando ho aperto la pagine nei social (la libreria prende il nome da ciò che già c’era – ndr),
volevo qualcosa che non fosse abusato, senza la parola “libri” o cose del genere, e mi è venuta in mente la Luna. Per il panda ho pensato un po’ di più, ma mi piaceva la parola e mi piaceva quell’accostamento di due elementi che non possono sussistere insieme.
Poi, ora mi viene da dire, che il panda è un po’ l’immagine che abbiamo del lettore: un animale in estinzione. L’immagine che ora ci rappresenta l’avevo perfettamente in testa da subito, mi dice mentre guardiamo quel panda seduto sulla luna e quella ragazzina che legge un libro al suo fianco.
E Gabriele pare che nel mondo dell’illustrazione ci stia anche bene, mi apre libri su libri di graphic novel, ma anche di libri per l’infanzia, forse, ma anche no, dato che io da adulto li prendo anche per me, aggiunge.
E poi racconta delle nuove iniziative, di nuovi incontri e di quelli passati: di un professore che verrà farà un corso gratuito di filosofia e di letture di Mille e una notte. Devo ancora capire come organizzare molte cose che ho in mente, perché la burocrazia, a volte, non è così semplice da gestire.
Sorride sempre Gabriele e parla molto, ti travolge con il suo entusiasmo da fiume in piena e ti contagia con quel sorriso e con quegli occhi da persona buona e accogliente. È una persona che ti viene voglia di frequentare, di passare a trovare per fare due chiacchiere e per sentirti bene, perché io da Un panda sulla luna, sono uscita così: portandomi dietro un sorriso che mi ha riscaldato tutta la giornata. Nonostante l’umidità di quel giorno…
Grazie di cuore Gabriele, in bocca al lupo per questo tuo nuovo progetto e per la vita tutta. E voi tutti, anche se sarete solo di passaggio in Puglia, un salto a Terlizzi fatelo, un salto al MAT e sulle poltrone gialle di un Panda sulla luna, fatelo.
Se non avranno ancora messo le indicazioni: la stradina a destra dell’ex macello, non potete sbagliare…
Un panda sulla luna è a Terlizzi (BA), Corso Dante 17
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