Giampaolo Simi – Sellerio
“L’abitacolo era ancora pieno di cose di Giulia. Una farfalla di legno appesa allo specchietto, confezioni di caramelle alla liquirizia, un fermacapelli dorato. Ma soprattutto, mi sono accorto, si sentiva ancora l’ombra del profumo che aveva sempre usato. Due penne a sfera fucsia, un portachiavi di gommapiuma, i cavi di ricarica del cellulare. Il mosaico in pezzi delle piccole banalità quotidiane. Un volantino di protesta contro le antenne della telefonia, un biglietto del treno piegato in due. Dove sei andata, Giulia? E dove sei, ora?”
Quando un nostro caro ci lascia, quando lo fa in modo improvviso, inaspettato, un attimo dopo aver maledetto l’ingiustizia della vita e della morte, il nostro pensiero è Non sono nemmeno riuscito/a a dirgli addio. E quando questo avviene per un incidente stradale l’ingiustizia è ancora più evidente e la rabbia più grande, se poi l’incidente puzza anche di omicidio…
ma qua mi fermo, è pur sempre un giallo quello di Simi, quello sul quale si ritrova a indagare l’ex cronista di nera Dario Corbo (alla sua terza volta da protagonista): la vittima è la sua ex moglie, nonché madre di suo figlio. E sarà proprio Luca, il figlio, ad aiutarlo nell’indagine.
Ma Simi oltre a raccontarci un’indagine, oltre a introdurci nel mistero e nella sua Versilia, ci parla della sofferenza per la perdita, della difficoltà del riuscire a dimenticare a staccarsi da quella mancanza, della necessità di darsi una spiegazione, dell’illusione che la soluzione del mistero possa anche portare a un senso di pace
“- Io li ho visti, Luca… ne ho visti tanti, sai, di parenti delle vittime, quando si abbracciano alla sentenza e parlano ai microfoni… giustizia, giustizia! Sai qual è l’errore disastroso che fanno quasi sempre, i parenti delle vittime? Si illudono che il giorno dopo la sentenza si sveglieranno e non troveranno più il dolore seduto ai piedi del letto, ad aspettarli come un cane che va portato a pisciare due volte al giorno. Per qualcuno la giustizia è rimasta un miraggio, ma per quasi tutti è diventata un’ossessione. A qualcosa dovevano aggrapparsi, è umano.”
E non dimentichiamo la capacità di Simi di creare dei personaggi credibili e tridimensionali, ironici al punto giusto. E mai dei supereroi. Insomma Dario Corbo ci piace con le sue debolezze, i suo errori e il suo stile tutto.
Io non sono una lettrice di gialli (forse ne ho letti troppo in gioventù e mi sono saturata), ma ci sono alcuni giallisti italiani che continuo a frequentare, con i quali sento di avere un appuntamento. Simi è uno di questi, un appuntamento fisso.
E lo so che alcuni pensano che i gialli siano romanzi da non tenere in considerazione, ma a me vengono in mente le parole che ho sentito dire di recente da un critico letterario, per lui non esistono generi che si possono considerare di serie B, l’unica distinzione che bisogna fare è tra un romanzo scritto bene e uno scritto male. E scrivere bene un romanzo giallo non è cosa semplice, diceva quel critico. Ecco Senza dirci addio è un romanzo giallo scritto bene.

