Nancy Midford – Adelphi – traduzione Silvia Pareschi
“L’anno successivo al matrimonio di zia Emily trasformò me e Linda da bambine, immature per la nostra età, in odiose adolescenti in attesa dell’amore.
[…]
Eravamo entrambe innamorate, naturalmente, ma di persone che non avevamo mai incontrato: Linda del principe di Galles, e io di un agricoltore di mezza età grasso e paonazzo, che ogni tanto vedevo passare per Shenley a cavallo. Erano amori forti, e dolorosamente deliziosi; occupavano tutti i nostri pensieri, ma credo che in parte sapessimo che col tempo sarebbero stati soppiantati da persone reali. Servivano a tenere in caldo la casa, diciamo, per il suo futuro occupante. Quello che non avremmo mai ammesso era la possibilità di avere amanti dopo il matrimonio. Eravamo in cerca del vero amore, che poteva venire solo una volta nella vita; esigeva una rapida consacrazione, dopodiché non vacillava mai.”
Fanny e Linda sono due cugine, due amiche, nei primi anni della loro vita condividono gran parte del tempo nella grande tenuta di campagna della famiglia di Linda.
Linda è molto bella e molto capricciosa, frivola forse, ma amata da tutti
«Non posso immaginare il mondo senza Linda»
Fanny è la voce narrante della storia, scompare a cospetto di Linda, ma forse proprio perché la storia che ci vuole raccontare è quella di Linda
“Questa è la storia di Linda, non la mia”
del resto quella di Linda è una storia più interessante, più movimentata, più avventurosa
“Eppure, quando rifletto sulla mia vita, giorno per giorno, ora per ora, mi sembra formata da una sequela di scocciature. Bambinaie, cuoche, l’ingrato lavoro delle cure domestiche, il fracasso esasperante e le martellanti, ripetitive conversazioni dei bambini piccoli […], la loro assoluta incapacità di divertirsi da soli, le loro improvvise e terrificanti malattie. I frequenti attacchi di malumore di Alfred […] Di questo è fatto il matrimonio, il pane integrale della vita, grezzo e ordinario ma nutriente; Linda si era cibata di miele, si trattava di una dieta ineguagliabile”
alla continua ricerca dell’amore (come ci dice il titolo):
«Era il grande amore della sua vita».
«Oh, cava» disse triste mia madre. «Si pensa sempre così. Tutte, tutte le volte»
Rincorrendo l’amore è un romanzo lieve, un romanzo piacevole, un romanzo che mi viene da definire adorabile. Come adorabile è quella sua protagonista, Linda: una donna che ami proprio perché potresti detestarla. Linda è egoista, egocentrica, frivola, ma non puoi evitare di innamorarti di lei, della sua incoscienza (coraggio?) e della sua continua ricerca dell’amore; e io, che sono una che ha rinunciato da tempo alla ricerca dell’amore vero (amore vero che non cerco manco nei romanzi), me ne sono perdutamente innamorata e per lei ho fatto il tifo. Sempre!
Del resto Linda rappresenta l’immagine della donna che esce dagli schemi dell’epoca, andando anche contro alla propria famiglia, per pretendere ciò che vuole. E cosa importa se il suo desiderio più grande è “solo” l’amore romantico.
Rincorrendo l’amore è stato scritto nel 1945 e le vicende che ci racconta si svolgono tra le due guerre
«È molto triste» disse un giorno «appartenere a una generazione perduta come la nostra. Sono certa che le due guerre passeranno alla storia come una sola, e noi saremo spazzati via, nessuno si ricorderà che siamo esistiti. Sarà come non fossimo mai vissuti, ed è proprio un peccato»
È un romanzo che ha l’ironia britannica, la stravaganza del mondo dell’aristocrazia britannica (Nancy Mitford faceva parte di quella stessa aristocrazia di cui parla), ma attenzione non è un romanzo sentimentale e banale, è un romanzo capace anche di pugnalare il mondo che ci racconta. Ed è un romanzo capace di regalarci dei personaggi strepitosi, come lo zio Davey e la sua fissa per le malattie e il cibo giusto, ma capace di risolvere ogni situazione, lo zio Matthew con la sua serietà e il suo essere così nazionalista, e Lord Merlin che, insieme a Linda ovviamente, è forse il mio preferito.

