Marta Jiménez Serrano – La nuova frontiera – traduzione Serena Bianchi
“Madrid è come un grande paese e a volte confabula per farci incontrare la stessa persona in vari posti, in metro, a teatro, al supermercato, e così si fa conoscenza. Proprio per questo, perché è come un grande paese, sembra incredibile che in maniera organica e non premeditata a due persone che hanno frequentato gli stessi luoghi non capiti più di vedersi. D’istinto si smette di andare nei posti preferiti dall’altro e in una coreografia non organizzata si cambia quartiere, bar, abitudini, finché il territorio non torna a essere neutrale.”
Madrid è la terza protagonista di questa raccolta di racconti, quella che resta sullo sfondo, certo, ma che c’è sempre, accompagna, osserva, ci mette anche del suo.
Gli altri due protagonisti sono un lui e una lei, che cambiano di racconto in racconto, ma che, in fondo, si assomigliano sempre nel loro rincorrere o farsi rincorrere dall’amore. Ecco, forse, avrei dovuto dire che è proprio lui, l’amore, il protagonista di Questa volta sarà diverso.
“Te lo dico: questa volta sarà molto diverso. Diverso dalle storie di prima, diverso dalle storie di mia sorella, diverso da tutto. Non tutti sono uguali, no?”
L’amore nella sua quotidianità, mi verrebbe da dire; perché tutti questi racconti, non portano con sé la narrazione di qualcosa di straordinario (ammesso e non concesso che l’amore non sia qualcosa di straordinario in sé), portano la normalità della vita di coppia, della vita di chi si innamora o di chi si disinnamora
“Poi tutt’a un tratto un giorno è quel giorno, il giorno in cui si sono già organizzati una festa a sorpresa, si sono già accompagnati all’ospedale, hanno già viaggiato insieme, hanno già preparato un dolce per dei nuovi amici, si sono perfino già vestiti da Batman e Robin e allora rimane solo la vita davanti, da vivere vestiti da sé stessi, jeans, camicetta e maglione. Uscire, entrare, lavare il pavimento del bagno, rassettare le cose – libri, biglietti, monetine da un centesimo – che si accumulano irriducibile sul tavolino basso del soggiorno, ed è quel momento che è fatta, quando il tavolino, la vita e anche loro due sono ormai privi di qualsiasi novità, di qualsiasi via di fuga.”
Ci si annoia, ci si spegne. Ma non sempre…
Marta Jiménez Serrano ci regala una raccolta di racconti lievi, un corollario di relazioni che si concentrano soprattutto nella generazione di mezzo, i trenta/quarantenni suoi coetanei, ma che non disdegna l’amore nato tra i banchi di scuola
“… gli dà una gomitata e lui trattiene l’impulso di dirle la verità. Di dirle tutto quello che gli piace. E in un modo un po’ vago si domanda se innamorarsi non sia quello: l’impulso di raccontare all’altro tutta le verità. Si trattiene finché smette di trattenersi.”
o quello della nonna che prepara il pranzo per la famiglia, pensando già alla chat con quell’amico con il quale parla di film.
Relazioni che attraversano le varie fasi della vita: la crisi del post parto, il sospetto del tradimento, la relazione con la grande differenza d’età, l’inizio, la fine, l’incontro con l’ex – fasi che molti di noi (se non tutti) hanno sperimentato, stanno sperimentando o sperimenteranno. Ma allora perché leggere questa raccolta?
A mio avviso perché Jiménez Serrano ha trovato il giusto ritmo, il modo perfetto per raccontarci la vita e l’amore in modo lieve, facendoci sorridere e, soprattutto, facendoci riconoscere nei suoi vari protagonisti.
Fino a quell’ultimo racconto “La città moderna” (il mio preferito insieme al primo “Diamoci un taglio” – i due racconti più lunghi della raccolta), dove un uomo incontra una donna, dove quell’uomo con quella donna ha una relazione, dove quell’uomo e quella donna potremmo essere tutti noi, in una qualunque delle nostre città moderne.
“Un uomo si innamora un po’ di una donna quando lei lo guarda da sopra i calici, gli antipasti e le chiacchierate, e un altro po’ quando lei gli dice puoi dirmi quello che vuoi, incasso qualsiasi colpo, e un altro po’ ancora grazie a quel gesto che fa quando gli sorride ma allo stesso tempo lo odia un po’, e ha voglia di baciarla e di morderla.
Una donna si innamora un po’ di un uomo quando lui le restituisce lo sguardo da sopra i calici, gli aperitivi e le argomentazioni, e un altro po’ quando lo conosce già e ascolta la sua voce decisa, riconoscibile, […] e un altro po’ ancora quando lui l’abbraccia con quel suo maglione verde in una giornata che è stata pessima fino all’abbraccio.”
Il racconto dove l’omaggio a Alejandro Zambra è dichiarato
“Ho quasi finito bonsai!
Un uomo è appena uscito dalla radio, attraversa la strada, entra in un bar e ordina un toast con prosciutto, formaggio e uovo e un caffè (nero). Si siede su uno sgabello al bancone, dà un sorso al caffè e tira fuori il cellulare. Sorride.
Dimmi che ti è piaciuto
In caso contrario mi vedrò obbligato a non vederti mai più.
Una donna legge un messaggio whatsapp e sorride
Certo.
Per chi mi hai preso?
Però confessa che mi vedresti altre mille volte, anche se lo odiassi.”
Aggiungo solo che la scrittura di Jiménez Serrano è frizzante è fresca e che Questa volta sarà diverso è il libro ideale per chi sta cercando una lettura piacevole, divertente, ma originale. Perché la scrittura di Jiménez Serrano è proprio questo: originale!
Se qualcuno di voi ha guardato la serie tv spagnola Dieci Capodanni, ecco, la sensazione che ho avuto leggendo questo romanzo è stata la stessa che ho avuto guardando la serie: il desiderio che i dieci capodanni, come i quattordici racconti, non finissero mai…
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E, ovviamente, sono andata a recuperare Bonsai di Alejandro Zambra (grazie Marta Jeménez Serrano e La Nuova Frontiera anche per questo…)

