Libro Vagabondo_cinquantatreesima tappa
Sondrio mi si presenta dal finestrino di un treno che ha costeggiato fino a un attimo prima il lago, rubando il mio sguardo da un libro che non mi sta convincendo molto (dopo avrei cambiato idea su quel libro, ma questa è un’altra storia). Scendo e mi lascio dietro la temperatura gelida del vagone, illudendomi che quella montagna, che fa da sfondo alla città, mi garantirà un clima sopportabile, lontano da quello milanese. Ma sarà un’illusione che si spegnerà nel giro di un poco più di un’ora.
Passeggio un poco a caso, caparbiamente risoluta a trovare Metamorfosi senza ausilio della solita applicazione, ma alla fine dovrò cedere, del resto questa è la mia priva volta a Sondrio. La libreria è in centro, ma non si affaccia sulla via centrale: per arrivare da Metamorfosi bisogna fare una deviazione verso destra di, credo, una cinquantina di metri.
Isabella mi accoglie con un sorriso e un abbraccio e mi fa sentire subito a casa, a mio agio, quasi attesa. Mi ringrazia per averla scoperta e io ringrazio lei per aver voluto ospitare me e il Libro Vagabondo. Iniziamo a chiacchierare all’istante, lì in piedi in quella sua libreria che odora ancora di nuovo e trasmette la cura e l’attenzione della sua proprietaria in ogni scaffale, in ogni dettaglio.
Penso subito che se dovessi definire Isabella con una sola parola, quella parola sarebbe grazia. Sprigiona grazia dai modi, dal tono della voce, dalle parole che sceglie per raccontarsi. Sono timida, mi dice, lo sono sempre stata, ho sempre puntato a non comparire, a nascondermi.
E come fai collimare questo con il tuo essere libraia? Chiedo. Con il dover avere a che fare con chi entra in libreria? Non lo faccio, ci ho rinunciato, mi risponde, per fortuna i miei clienti interpretano la mia timidezza come cortesia, come garbo, come discrezione.
Metamorfosi nasce nel dicembre del 2022.
Come molti lettori sognavo di aprire una libreria, ho sempre vissuto in mezzo ai libri, mi racconta Isabella: mia madre e mio padre insegnavano, mia sorella insegna. Io ho sempre letto molto. Ma fino a poco tempo fa il mio era il mero desiderio di una lettrice.
A un certo punto però, ho capito che dovevo farlo, che non potevo più restare imprigionata nella vita lavorativa che stavo conducendo, continua Isabella; la decisione l’ho presa un giorno durante una passeggiata in montagna, e da quel momento non sono più tornata sui miei passi. Del resto mi era capitato, aggiunge, di aiutare un amico in libreria, qua a Sondrio, una libreria a tema viaggio. Lui mi chiedeva di sostituirlo quando non poteva esserci e io in quei giorni ho pensato che anche io avrei potuto farcela: mi sono detta lui ce la fa, perché io non dovrei?
Poi mi dice di essere originaria di Monza e di essere arrivata a Sondrio per lavoro: la banca per la quale lavorava l’aveva trasferita in un piccolo paese lì vicino. Ricordo che la prima volta che sono arrivata là a fare formazione, continua a raccontare, fuori dalla sede ho visto della galline e ho pensato: Ma dove sono capitata! Poi ci si abitua, dice, e oggi mi vedo solo a vivere in un luogo in campagna.
Isabella avrebbe voluto studiare biologia, ma si iscrive a economia e commercio, insomma inizia subito un percorso che non è il suo, non è quello che avrebbe voluto per lei, un percorso dettato forse dalla sicurezza del lavoro futuro, di quel posto fisso che la terrà legata per anni a un luogo che non sente suo.
Ma Isabella dimostra che non è mai troppo tardi per prendere in mano le redini della vita, e così, dopo ventinove anni di lavoro, decide di licenziarsi e di cambiare tutto.
Ventinove anni, dice, e io rispondo che anche io ho lascito il lavoro dopo esattamente ventinove anni, solo che io non ho ancora avuto il coraggio di trovare il mio luogo per ripartire. Isabella invece è più brava di me e lo fa: cerca il locale, e inizia a progettare la sua libreria. Forse non ho fatto molti conti quando sono partita, mi confessa Isabella; e io penso alla sua determinazione, alla sua urgenza, nel prendersi finalmente la vita che voleva.
Ho impostato il mio impianto libri dal divano di casa mia, mi dice, mi rendo conto di averlo fatto un po’ da lettrice, sono partita da quei classici che in una libreria non possono certo mancare e poi ho guardato i cataloghi delle case editrici.
So di non avere ancora oggi tutte le conoscenze che mi servono, di imparare ogni giorno, mi dice, anche dai clienti stessi. Anche attraverso loro sono arrivata a scoprire case editrici che non conoscevo e ora me le sto studiando. Mi sto facendo gusti e preferenze diverse. Ho aumentato il ritmo di lettura e leggo in ogni ritaglio di tempo, solo in libreria non riesco a leggere, dice.
Sono diventata una lettrice molto diversa da quella che ero: so che devo leggere per proporre i libri, come so che alcuni libri (alcuni nomi) si vendono da soli, quindi per ora, anche se sono autori che amo, li evito e mi dedico a quelli che hanno bisogno di essere scoperti, consigliati.
Gran parte dell’impianto che avevo all’inizio ora è cambiato, sto cercano di imparare quali sono le proposte che il mercato dell’editoria offre, ma anche di capire quali sono i gusti dei miei clienti. Mi sono accorta di aver sbagliato una parte delle scelte, per esempio le ultime uscite di gialli, i thriller, qua non vanno o vanno molto poco. E devo considerare anche che la mia libreria è piccola, lo spazio non è molto e io non posso permettermi di tenere ciò che non funziona.
Ho cambiato praticamente tutto il settore dedicato ai più piccoli, gli illustrati, continua a raccontare Isabella: è un mondo talmente vario e talmente in evoluzione! Mi sono fatta consigliare da una conoscente psicologa, l’ho anche invitata a tenere dei corsi il libreria. Questo perché
mi piacerebbe che non si puntasse a proteggere troppo i più piccoli, mi dice, ma che si trovasse il modo giusto per parlare loro di tutto. Credo sia importante che conoscano la realtà, il mondo, anche la morte se è necessario;
ma è difficile far capire questo ad alcuni genitori, per loro alcuni argomenti restano tabù. Io stessa, dice, ho fatto fatica ad avvicinare questo argomento ed è perché da bambina mi tenevano lontana dalle conversazioni o dai momenti legati alla morte.
Metamorfosi ha anche un settore dedicato alla saggistica e anche qua Isabella ha seguito il suo istinto e sta valutando cosa funziona e cosa invece no. Del resto la libreria non è un luogo statico, è e deve essere sempre in movimento.
Poi mi racconta che l’apertura di Metamorfosi è stata accolta bene dalla città, ma anche che Sondrio è piccola, si gira in poco più di un’ora, mi dirà più tardi, qua, aggiunge, i lettori non sono molti. Le chiedo perché aprire a Sondrio, dato che comunque non si tratta della sua città? Mi dice che ha due figli e che,anche se uno studia già in un’altra città, la più piccola sta facendo il liceo, mi dice di avere radici qua ora, ma domani chissà. Mi viene spontaneo chiederle: Ma allora perché non hai aspettato? Mi guarda con due occhi sorridenti e mi risponde che non avrebbe più potuto aspettare, che non ne poteva più. Ti capisco, rispondo, in fondo la mia storia e la tua hanno diversi punti in comune, aggiungo.
Certo, dice, ci sono giorni che i clienti sono pochi e io so che devo fare i conti con la cassa a fine giornata, anzi a fine mese, e certo un poco in quei giorni mi avvilisco, ma non tornerei indietro, in qualche modo so che posso farcela.
Per questo motivo devo tenere in libreria anche dei libri che, forse, non avrei scelto come lettrice, non posso permettermi di non avere mai l’ultima uscita che mi richiedono, non posso permettermi di ricorrere sempre al far aspettare il cliente i tempi tecnici dell’ordine. Però, sorride, ho anche detto dei no ad alcune richieste. Sorride mentre me lo racconta e io ricambio.
Ora sto pensando alla proposta da fare alle biblioteche, vorrei consigliare delle case editrici che non sono presenti sui loro scaffali; poi ci sarà Un Ponte di storie, il festival letterario per bambini e ragazzi, che si svolge a Ponte, un paese vicino a Sondrio. Cerco di fare qualche presentazione, aggiunge, ma solo di libri che ho letto e in cui credo; ovviamente non li presento io, mi dice, cerco chi è più bravo di me a farlo. Abbiamo anche un gruppo di lettura, anzi due, dato che le adesioni sono state più del previsto.
Poi queste sono zone che si popolano nei periodi di ferie, ci sono i turisti e ci sono diverse persone che qua hanno la seconda casa, e così in agosto Metamorfosi resterà aperta.
Mi dice che quando sua figlia, alla mattina, la saluta dicendole Buon lavoro, mamma! Lei risponde che non sta andando al lavoro, ma in libreria.
E io trovo che questo sia molto bello, del resto capisco molto bene cosa voglia dire aver vissuto per troppi anni in un ufficio, in un luogo, che non senti tuo: sentirti prigioniera di un privilegio che non senti come tale.
Parliamo delle letture fatte e di quelle che vorremmo fare, parliamo di libri che abbiamo scoperto e di libri lievi anche. Parliamo di libri che non consiglieremo mai.
Isabella è coraggiosa, mi dico, mentre lei mi parla di quanto crede nel cambiamento e aggiunge che quel cambiamento ha voluto fosse la sua insegna, il suo logo, la definizione della sua nuova vita.
Una mattina Isabella si trovò mutata in una libraia, dice. Ma poi aggiunge che, certo, leggi Metamorfosi e pensi a Kafka e a Ovidio, ma a lei interessa il termine, la metamorfosi, il cambiamento. Ciò che la caratterizza.
Isabella ha già preparato per me il #librovagabondo, del resto mi aveva scritto di averlo già scelto, mi scrive una dedica mentre io faccio le ultime foto a questo suo luogo. Ci salutiamo così, ma poi Isabella mi dice Andiamo a pranzo insieme così ora mi racconti tu la tua storia e le nostre chiacchiere sono continuate altrove.
Libreria Metamorfosi è a Sondrio, via Boffalora 11
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qua è dove potrai conoscere Isabella e ascoltare le sue risposte alle cinque domande


