Gwendolyn Brooks – La Tartaruga – traduzione Gioia Guerzoni
“Avrebbe voluto un fior di loto, o un astro della Cina o l’iris giapponese, oppure i gigli di campo, perché bastava la parola campo a farla respirare più a fondo e sollevare estatica le braccia – o pensare di farlo, a seconda di chi aveva accanto – verso chiunque la stesse guardando là in cielo. Ma era il tarassaco che vedeva ovunque. Gemme gialle per tutti i giorni, che ornavano l’abito verde rattoppato del suo cortile. Le piaceva la loro grazia misurata e il fatto che fossero ordinari, dettaglio che le sembrava rispecchiasse l’immagine che aveva di sé, e le dava conforto pensare che una cosa tanto comune potesse anche essere un fiore.”
Questa è la storia di Maud Martha, una bambina, poi ragazza, poi donna afroamericana a Chicago. Siamo negli anni Venti, Trenta, Quaranta (il romanzo termina con la fine della Seconda Guerra Mondiale ed è stato pubblicato per la prima volta nel 1953) e Maud Martha sogna New York o quello che immagina essere New York
“New York, per Maud Martha, era un simbolo. La sua idea di New York rispecchiava quello che doveva essere la vita, per lei. Ingioiellata, lucida, sorridente. Composta. Una corsa aggraziata! Si affrettavano su e giù, ma sempre con grazia”
Ma sa di doversi accontentare di un appartamentino dignitoso da arredare e di un marito che forse non è proprio quello che avrebbe voluto, un marito che l’ha scelta e per lei questo pare essere sufficiente. Maud Martha sa di non essere una bellezza
“Carina è una fanciulla color panna con i capelli ricci. O mal che vada, una fanciulla riccia del colore della cioccolata quando ci metti un sacco di latte. Invece, io sono color cioccolata e basta, se proprio si vuole essere “gentili” con me.
ma sa anche di non valer poco. Maud Martha è un tarassaco appunto, non è un fiore di loto, non è un giglio, e lei si accontenta della modestia e della dignità del tarassaco, lei vuole solo essere amata.
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È la storia di una vita quella che ci racconta Brooks, una vita che potrebbe essere come tante: una donna che sogna, si sposa, ha una figlia, cerca di sopravvivere agli stenti e di andare avanti, perché in fondo
“Nel complesso, la vita era più una commedia che una tragedia. In quasi tutto quello che accadeva c’era un elemento comico, e nemmeno troppo nascosto. Prima o poi si riusciva a trovare qualcosa di cui ridere in ogni situazione. Era per quel motivo, in fin dei conti, che la gente non impazziva. La verità era che se riuscivi a fare della tua vita una tragedia, una tragedia come si deve, struggente, ma che non fosse assurda, patetica o il risultato della stupidità umana, ti era andata bene, pensò Maud Martha sì, ti era andata proprio bene”
ma non è come tante, perché sullo sfondo resta il fatto che Maud Martha è una donna di colore in un’America dove il razzismo è una costante. E dico sullo sfondo perché Maud Martha non urla, né urlerà mai la sua indignazione: la sentirà, la penserà, ma la terrà dentro. Maud Martha non si allontanerà mai dall’immagine che vuole lasciare di se stessa, un’immagine fatta di dignità. Non permetterà mai al razzismo di governare il suo mondo, pur nella consapevolezza che quel razzismo c’è
“Quando il film terminò e le luci li mostrarono per quello che erano, dei neri, si alzarono tre le pellicce e le stoffe buone e i profumi delicati e si guardarono intorno nervosamente. Speravano di non incontrare sguardi crudeli. Speravano che nessuno vedesse la loro presenza come un’intrusione. Il film era piaciuto a entrambi così tanto, erano così felici che volevano ridere a chiedere a tutti con trasporto: “Bello eh? Non era meraviglioso?”
Ovviamente non potevano farlo. Se solo non li avessero guardati come degli intrusi…
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Maud Martha è un romanzo che riesce a trasmettere tutta la grazia della sua protagonista e riesce a trasmettere la poesia di Gwendolyn Brooks che sceglie di raccontarci questa storia attraverso trentaquattro capitoli brevi, che altro non sono se non pennellate della vita della sua protagonista. Pennellate scritte magistralmente e, appunto, con il tocco della poesia.
Maud Martha è stata una delle due proposte di libreria Griot di Roma e la scelta di Cartabianca di Bazzano (BO) nella decima puntata di #edopocosaleggo

