Libro Vagabondo_Dodicesima tappa
La Libreria 101 ha il pregio di essere in una delle mie città del cuore, in un luogo di ritorno e in una via (via Cairoli, al 101 appunto) dove ho soggiornato la seconda volta che sono venuta a Bari, ma questo è un’altra storia e mi serve solo per dire che non è stata la prima volta che qua sono entrata, che qua ho acquistato e che mi sono fatta consigliare un libro.
Antonio, il libraio, mi ha detto subito che la libreria nasce fisicamente nel 2017, ma, in fondo, c’era già. C’è sempre stata o, comunque, c’era da parecchio nella testa e nel cuore di chi i libri ha sempre amato e letto;
di chi ha fatto diversi lavori prima di arrivare (o per arrivare) a realizzare il suo sogno. Non ci si arricchisce facendo il libraio, non ci si arricchisce lavorando con i libri, mi dice Antonio, ma lo fa lasciando sottintendere che la ricchezza che ne ricava è ben altra. È una ricchezza fatta dal privilegio di poter socializzare con i clienti, consigliando o semplicemente parlando di storie scritte. È una ricchezza fatta dal respirare libri tutto il giorno, da poter scegliere quali libri respirare, perché nella Libreria 101 non entra ogni genere di libro, la selezione è mirata e curata. Questo mi ha fatto venire in mente una frase che ho letto di recente in un libricino pubblicato da Laterza (sempre a Bari siamo!):
“… metà dell’arte di vendere un libro consiste nello scegliere, da parte del libraio, quali libri NON tenere nella propria libreria…”.
Antonio è timido (o riservato), mi dice di non poter dare consigli su come si apre o si gestisce una libreria perché anche lui sta ancora imparando, mi dice che non si trova bene davanti a un video, ma quando inizi a parlare di libri Antonio perde la sua riservatezza e dice che potrebbe farlo per ore. E, dato che anche io di libri parlerei sempre, abbiamo chiacchierato per ore appunto, bevendoci anche un caffè.
Non importa leggere tanti libri, aggiunge Antonio, i libri devono essere gustati, fatti decantare, altrimenti si perdono. E non è vero che basta leggere a prescindere da ciò che si legge: la qualità della lettura conta. È un po’ come per il cibo, non si può mangiare tanto per mangiare.
Una libreria deve essere anche un punto di ritrovo, un modo di dare vita e cultura a un quartiere e per questo mi mancano i gruppi di lettura e le presentazioni dei libri fatte in libreria, perché per il momento non le sto ancora facendo, mi dice, per ora non è molto chiaro come ci si debba comportare. La mia libreria è un po’ fuori dalla zona del passeggio, aggiunge, e questo mi piace, perché la libreria deve essere un luogo dove il cliente viene perché vuole venire. Certo è un po’ dura farsi conoscere. Ma io aggiungo che una volta conosciuto Antonio e vista la scelta che propone, il lettore non può che tornare (mentre ero lì ho sentito un cliente dire: Questa è la libreria più bella di Bari e io la consiglio a tutti. E io aggiungo che mi sento di fare lo stesso e che da milanese/pordenonese mi è capitato già di farlo a persone che di Bari sono)
Sempre nel libriccino sopracitato l’autore sostiene che
il pregio di una libreria è quello di farti volere ciò che prima di entrare non pensavi nemmeno lontanamente di volere, perché non lo conoscevi. E questo è ciò che fa questa piccola libreria di Bari attraverso il suo libraio;
Antonio mi ha nominato autori che io non conoscevo, mi ha raccontato storie di fantascienza (dato che lui è un amante del genere distopico e fantascientifico) facendomi venire voglia di leggere anche questo genere che io non ho mai amato. E mi ha fatto desiderare fortemente un libro che nel breve passerò a ritirare.
“… la libreria perfetta è piccola. Piccola e selettiva” (L’ignoto ignoto – Mark Forsyth – Edizioni Laterza) e Libreria 101 è proprio questo: perfetta.
Grazie ancora Antonio per le chiacchiere sui libri e su Bari…
Libreria 101 è a Bari, in via Caioroli 101
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qua è dove potrai conosce Antonio e ascoltare la sua risposta alle cinque domande

