Le conseguenze

Caoillin Hughes – Pessime Idee – traduzione Anna Mioni/revisione Federica Aceto

“… poi ti sei messo a dettarci gli ingredienti. Io e Cormac stavamo in ginocchio a fissare i biscotti che lievitavano nel forno, cresciuti troppo, alla fine, perché oltre a bicarbonato e lievito in povere e uova avevamo usato la farina autolievitante, ma noi ce li siamo mangiati tutti lo stesso, quei biscotti gonfi come muffin che grondavano di burro e miele, tanto che la mattina non ne è rimasta traccia, solo che poi Nora è andata a fare il bucato e ha scoperto i calzoni con le manate di farina sulle tasche.
E quella volta che mi hai insegnato ad andare in bicicletta…
[…]
Queste sono alcune delle cose che scrissi al Capo per mostrargli come sarebbe stato ricordato. L’amore che provavo per lui non era dissimile dall’infornata di biscotti di quella notte, nel senso che nasceva da un impulso ugualmente goffo e incontenibile, e quindi sarebbe stato saggio buttare via tutto e ricominciare da capo, per non correre il rischio di restare intossicati dall’eccesso di lievito.”

Le conseguenze ci racconta una famiglia: un padre, una madre e due fratelli molto diversi. Cormac è intelligente, Hart è bello e Hart è il nostro narratore, attraverso i suoi occhi passa tutta la storia. Attraverso occhi che sono di parte, che danno una propria interpretazione e che potrebbero non vederne la totalità. Occhi che ci raccontano ogni sua sensazione, nel bene e nel male.
Una famiglia che potrebbe essere una famiglia come tante. Una famiglia che, però, a un certo punto subisce il fallimento finanziario di un investimento sbagliato e la malattia del padre. Una malattia grave, una malattia che il padre sceglie di non provare a curare. Sceglie di renderla punizione per quell’errore finanziario fatto, per la vergogna di aver tolto tutto alla sua famiglia. Ma sceglie anche di portarsi dietro gli altri componenti della famiglia (coscientemente o inconsciamente? Forse nel modo del tutto egoistico tipico dei malati, o solo non vedendone le conseguenze): chiede loro di assisterlo nel suicidio, in un’Irlanda cattolica dove tutto questo è assolutamente vietato.

Ci parla di questo percorso Caoilinn Hughes e sceglie di farlo con gli occhi di Hart, come detto, il figlio minore, quello che sente maggiormente il peso della decisione e del dover accudire un padre sofferente. Hart che quel padre adora

“La sera che morì il Capo, io persi mio padre e il paese perse una battaglia che non avrebbe riconosciuto di stare combattendo”


Fin dalla prima pagina l’autrice ci fa capire che un processo ci sarà (e il processo occupa un’intera parte del romanzo), che qualcosa di “sbagliato” verrà commesso. Sbagliato o non legale, insomma, questo dipende dal pensiero di chi legge o di chi giudicherà questa vicenda.

“Questa è la versione contemporanea della storia del figliol prodigo…”

dirà Hart. Perché questa è anche (e soprattutto) la storia di due fratelli e della loro rivalità. Uno che vive da vicino ciò che sta succedendo al padre e l’altro che è imprenditore in città e, diventato ospite nella casa della sofferenza, quando torna non entra senza prima bussare.

La scrittura è molto schietta, non risparmia nulla né di immagini né di sentimenti. C’è dolore, ma c’è anche crudeltà. C’è la sincerità del pensiero di Hart. Non è un libro per cuori delicati questo e, anche se Caoilinn Hughes, in un’intervista, ha affermato che quando scrive una storia lei parla sempre di amore, l’amore che troviamo ne Le conseguenze non è certo quello edulcorato, ma è forse l’amore che una famiglia ha per quel padre/marito che chiama il Capo. Un uomo che si ammazza di lavoro per mantenere la sua gente e per espiare una colpa, un uomo che merita rispetto. E così quando il Capo farà la sua richiesta, nessuno della famiglia metterà in dubbio il fatto di dover obbedire, senza badare alle conseguenze.

Le conseguenze è il nono Libro Vagabondo, la proposto di Libreria Prosperi di Ascoli