Le cattive

Camila Sosa Villada – SUR – traduzione Giulia Zavagna

“In fondo, credo di essere diventata la donna che sono ora per pura necessità. Quell’infanzia violenta, con un padre che alla minima scusa ti scagliava addosso tutto quel che trovava, si toglieva la cintura e castigava, si infuriava e picchiava ogni cosa avesse intorno: moglie, figlio, oggetti, cane. Quell’animale feroce, il mio fantasma, il mio incubo: era tutto troppo orribile per voler essere un uomo. Io non potevo essere un uomo in questo mondo.”

Le cattive è uno di quei romanzi di cui tutti parlano, hanno parlato o stanno parlando. Le cattive è il romanzo giusto al momento giusto, in quest’epoca dove la rivendicazione dell’identità di genere è argomento del quotidiano, perché è necessario che lo sia, perché molte cose sono ancora da comprendere, da far entrare, appunto, nel nostro quotidiano.

Le protagoniste de Le cattive sono donne trans, sono donne trans che si prostituiscono.

“Eppure in fondo alle cose, nello scantinato di questa storia, non c’è nulla che sia per me. Solo il mio corpo, che vendo per poter vivere come donna.”

Sono donne emarginate da una società benpensante, che in loro non vede delle donne, ma dei diversi. Sono donne che vengono cercate e desiderate di nascosto da alcuni di quegli uomini di quella stessa società. Sono donno, ma sono state bambine (e la protagonista lo è appena stata) alle quali è stata augurata una vita di prostituzione e di morte violenta. Sono una comunità di donne che si proteggono a vicenda, che conoscono i segreti l’una dell’altra, sono donne che, forse, vorrebbero avere una vita “normale” (chiamiamola così per intenderci), una vita da madri, da mogli, da figlie anche, ma alle quali questa vita è negata e che quindi creano una famiglia loro, una famiglia tra di loro. E la loro casa diventa quel Parco che entra immediatamente nell’immaginario del lettore, già da quell’incipit che ti incolla lì e non ti fa andar via, nonostante tu soffra a leggere Le cattive, nonostante tu voglia urlare in alcuni passaggi, proteggerle, difenderle

“La notte è profonda, gelida sul Parco. Alberi molto antichi, che hanno appena perso le foglie, sembrano supplicare il cielo con una richiesta indecifrabile eppure vitale per la vegetazione. Un gruppo di trans fa la solita ronda. Camminano protette dalla boscaglia. Sembrano parte di uno stesso organismo, cellule di uno stesso animale. Si muovono così, come fossero un branco. I clienti passano in auto, diminuiscono la velocità quando vedono il gruppo e, fra tutte le trans, ne scelgono una che chiamano con un cenno. La prescelta risponde all’appello. Così è, notte dopo notte.”

e lo è la casa di Zia Encarna, la trans che tutte accoglie e protegge, quella casa dove pare si respiri rifugio, vita e dove bisogna entrare lasciando fuori le scarpe insieme al mondo esterno

“… la violenza della strada non è entrata in quella casa: è rimasta in agguato sulle suole delle nostre scarpe…”

Camila Sosa Villada usa una scrittura che trascina, semplice e poetica allo stesso tempo e lo fa ricorrendo anche alla magia che caratterizza la letteratura sudamericana. Così una trans può riempirsi di piume e diventare un uccellino, e un’altra ha il potere della guarigione. Ma la magia non toglie di certo il dolore di sentirsi diverse, di dover affrontare il pericolo che ogni notte può manifestarsi in un’auto o per strada, il doversi prostituire per pagare l’affitto, i lividi sul corpo o il vedere le compagne morire

“Eravamo tutte abituate a camminare svelte, quasi al limite del trotto. La velocità era dettata dal nostro desiderio di essere trasparenti. Ogni volta che la nostra umanità si faceva solida, sia gli uomini sia le donne, i bambini, i vecchi e gli adolescenti ci gridavano che no, non eravamo trasparenti: eravamo trans, eravamo tutto ciò che in loro risvegliava l’insulto, il rifiuto.”

È bello Le cattive, è bello nel raccontarti quel mondo, nel trascinarti dentro quel mondo, fino a sentirtelo addosso e a provare fatica a uscirne una volta arrivata alla fine. Forse non è e non sarà il mio libro del cuore, ma è un libro che davvero vorresti che tutti leggessero, se non altro per comprendere qualcosa di più.

Le cattive è il diciottesimo Libro Vagabondo, la proposta di Incrocio Qurarenghi di Bergamo