La felicità di Emma

Claudia Schreiber – Keller – traduzione Angela Lorenzini

“Se cadi tra le braccia di qualcuno, stai sicura che quel qualcuno ti lascerà cadere. Le sue mani ti faranno diventare tenera e poi ti schiacceranno. Se ti fai piccola e tenera, l’altro si farà duro e cattivo.
Non dargli confidenza, o dipenderai da lui. E se diventi dipendente inizi a mendicare amore. E perdi la dignità e la facoltà di ragionare.
Se cadi tra le braccia di qualcuno, stai sicura che ti lascerà cadere.”

Emma è abituata alla sua solitudine, a non aver bisogno di nessuno, a essere forte. Emma ha dovuto impararlo: nasce donna in un mondo che avrebbe voluto un uomo, perché le braccia di un uomo sono più utili nella fattoria, viene trascurata, allevata come un uomo, dimenticata anche

«E tua madre?»
«Mia madre? Passi minacciosi che si avvicinavano».
«E tuo padre?»
«Passi codardi che si allontanavano»

Quando rimane sola, quando i membri della sua famiglia non ci sono più, Emma inizia a proteggersi come può, come sa, o come intuisce di dover fare, non avendo mai conosciuto una mano di conforto, una carezza di supporto. Crea la sua tana tra disordine, sporcizia e quegli animali che sono un poco la sua famiglia, il luogo dove cercare calore e un abbraccio.

“La tazza di ieri le aveva ricordato che anche ieri aveva vissuto. E che lo avrebbe fatto anche domani. Come avrebbe potuto accorgersi che era passata una settimana se non ci fosse stata la muffa che cresceva a ricordarglielo? La sporcizia era il suo orologio. L’altezza della pila di giornali era il suo calendario.
Emma si circondò poco a poco di una pelle morbida e accogliente: gli altri la chiamavano sudiciume, ma a lei dava calore e protezione”

Quegli animali che poi, quando arriva il giorno, Emma dovrà anche macellare, perché così deve essere, perché quello è il suo modo di mantenersi. Ma, anche qua, Emma va contro le regole e lo fa con amore.

Però arriva il giorno che tutto questo non le basta più ed Emma ha bisogno di soldi per mantenere la fattoria, la sua casa, l’unico luogo che conosce; e ha bisogno di un uomo, semplicemente perché, prima o dopo, tutte ne abbiamo bisogno.

Ed è così che entra in scena Max, un uomo che cade dal cielo (diciamo così) e che ha il terrore della sporcizia e, forse, ha sempre avuto anche quello di osare, di vivere.
Emma non ha bisogno di nessuno, Emma sa fare tutto da sola, o almeno questo crede…
Max vuole solo un luogo dove stare in pace, Max vuole solo fuggire, o almeno questo crede…

Emma, una donna che tu lettrice (o lettore) amerai. Non potrai non amare il suo essere strafottente, il suo fregarsene dell’opinione degli altri, il suo coraggio. Ma anche il suo voler tirar fuori tutta la femminilità per piacere a un uomo, il suo volerlo proteggere e salvare. Perché, in fondo, è vero quello che mi hanno detto le libraie di Bazzano consegnandomi questo #librovagabondo, Emma è una di noi… che magari non insacchiamo salami o non abbracciamo una scrofa, ma un poco l’amore lo cerchiamo sempre, un poco quell’istinto materno di protezione ce lo abbiamo appiccicato addosso, e un poco sbagliate ci sentiamo sempre.

Questo è un libro che fa commuovere (io ovviamente ho pianto), ma fa anche ridere (alcuni personaggi – la madre del poliziotto a mio avviso su tutti – e alcuni atteggiamenti sono surreali davvero), è un libro dove c’è molto sangue e quel sangue deve tornare alla terra.

La felicità di Emma una favola, una favola dark. Lo consiglio a chi cerca una figura di donna non convenzionale, a chi vuole passare qualche ora in una fattoria, a chi non è vegetariano e a chi crede che ognuno abbia il diritto di scegliere la propria libertà.

La felicità di Emma è il quarantesimo Libro Vagabondo, la proposta di Libreria Carta Bianca di Bazzano (BO)