Il sentiero delle babbucce gialle

Kader Abdolah – Iperborea – traduzione Elisabetta Svaluto Moreolo

“Quando sei giovane non ti rendi conto che in realtà i sentieri della tua vita sono già tracciati, e che devi semplicemente seguirli. Alcuni riescono a percorrerli fino in fondo, altri si fermano a metà e altri ancora ne vengono allontanati. Ma l’essenza non cambia: questo è il tuo sentiero e devi seguirlo. E vedrai tu come fare e cosa ricavarne.
In definitiva quel che sto dicendo è lo stesso che circa tremila anni fa Zarathstra riassunse sotto forma di gatha: «Ciascuno percorre la strada che è stata posta ai suoi piedi»”

Potremmo definire Il sentiero delle babbucce gialle un romanzo di formazione: nelle prime pagine del romanzo Sultan, il protagonista, figlio di commercianti di zafferano, è bambino, vive in un castello e osserva tutto ciò che lo circonda

“La prima volta in cui da bambino salii l’antica scala umida e, arrivato in cima alla torre, trovai quel cannocchiale appeso alla parete, fui di fatto messo su un sentiero che determinò il mio futuro.”

Poi quel cannocchiale sarà sostituito con una macchina fotografica, che a sua volta cederà il posto alla cinepresa che renderà Sultan un regista famoso

“Di professione sono cineasta e finora ho raccolto le mie storie attraverso la cinepresa. Ma ho capito che la letteratura è l’unica espressione artistica con cui si può raccontare una storia nella sua totalità, e perfino più che nella sua totalità. Quando scrivi, scrivi te stesso, diventi un testo, diventi il racconto. La cinepresa blocca la fantasia, mentre la penna fa l’esatto opposto. Tu parti da un’idea e una forza magica ti porta ad attingere alla tua personale riserva di racconti.”

Ma questo non è solo un romanzo di formazione, questo è un romanzo che pesca dai ricordi e che mischia la finzione della vita di Sultan, con la Storia dell’Iran

“La storia aveva generato l’ayatollah Khomeini, un religioso che assunse la guida della rivoluzione contro il regime dello scià Mohammad Reza Pahlavi. Sapevamo della sua esistenza, ma non ci preoccupavamo di lui. Ogni tanto se ne parlava nel braccio N.7, ma nessuno poteva immaginare che avrebbe preso il potere.
[…]
Le rivoluzioni scelgono sempre leader inattesi.”

È un romanzo dove la modernità americana avanza

“A quell’età non sapevo ancora niente di cow-boy, come non sapevo niente dell’America. Sapevo che avevamo uno scià, perché sulla prima pagina del libro di scuola c’era un suo ritratto. Ma non avevo idea che il nostro scià fosse salito al potere con l’aiuto degli americani. E che gli americani fossero presenti in massa nel nostro Paese per americanizzarlo.”

Ma i miti orientali fatti di serpenti neri, jinn e presagi, mantengono il loro ruolo.

Ed è uno di quei romanzi/romanzi, quelli che hanno una trama avvincente, una storia che vuoi sapere come Sultan uscirà da ogni situazione. Perché, al pari di un libro o film con protagonista Mike Hammer (non lo cito a caso!), ne Il sentiero delle babbucce gialle troveremo fughe e rapimenti, storie d’amore e di sacrificio, personaggi coraggiosi e vendicativi, banditi, guerriglieri e rivolte.

E il tutto è mischiato con la poesia di Kader Abdolah o, dovrei dire, con la poesia persiana

“Mi sono portato dietro un’usanza della mia cultura. Per i persiani la poesia è come il vino per i francesi: se ne ubriacano. Leggo spesso poesie olandesi con l’aiuto del dizionario. È un’occupazione piacevole. Ne scelgo una e la leggo, la studio finché mi riscalda, proprio come un bicchiere di buon vino sorseggiato con calma.”

Che rende questo romanzo lieve, elegante, memorabile

“Fino a poco tempo fa pensavo che nella mia vita ci fossero state de fasi: la fase della macchina fotografica e quella della cinepresa. In realtà se ne è aggiunta una terza: la mia nuova vita in questa tipica, tradizionale fattoria olandese, dove vivo con il mio cane Gorghi, il mio cavallo Rakhsh e le mie api dorate. E con Aurelia.
Ma in queste tre fasi diverse una cosa è rimasta immutata. Ogni volta è spuntata dal nulla una donna per accompagnarmi alla mia nuova meta”

E poi ci sono le babbucce gialle

“Per non portare a casa una sposa zoppa, mio padre decise di crearle personalmente un paio di scarpe nuziali. E continuò a farlo per tutta la vita: la creazione di scarpe originali e artistiche per mia madre diventò un tratto della sua personalità”

Che camminano per tutta la narrazione.

“Quando la vita ci guida su un nuovo sentiero non bisogna avere paura”