Il bisogno di respirare socialità

Nella vita si fanno degli errori, ha detto, e ce ne accorgiamo quando è tardi. Io Milano la vivevo da lavoratrice, avevo una vita piena e poco tempo per pensare ai tempi vuoti. Poi c’erano anche i figli, ha aggiunto.


Milano mi manca, mi pento ogni giorno di essermi trasferita in provincia. Così quando posso prendo il treno e vengo in centro. Mio marito mi dice che vengo a respirare un po’ di socialità.


M.L., come al solito, ti travolge con le sue mille parole. Sembra non ascoltare nulla di ciò che tu le dici, ma forse un poco lo fa, perché si ricorda sempre chi le ha consigliato un libro piuttosto che un altro.

Dice che il libro che aveva preso per un’amica ha deciso di tenerselo. L’amica è ossessionata da Facebook ci dice, non lo leggerebbe. Il libro ora lo sta leggendo mio marito, dice, e si sta divertendo; poi ci racconta che sente di aver perso un’amica, di non capirla più.

Parla di incontri in libreria e in treno, di come sia sempre più difficile trovare persone con cui poter chiacchierare; di sconosciuti che le hanno fatto confidenze durante i lunghi spostamenti verso e dalla Francia.

In treno è più facile aprirsi, dice, le persone sedute al tuo fianco, una volta arrivate a destinazione, scenderanno e non le rivedrai più.


Passa da un argomento all’altro M.L.. Parla di libri, di cani e di vecchiaia; di un’amica che dedica tutto il suo tempo a pulire casa e di un figlio che si esprime meglio in spagnolo che in italiano.

Prende i suoi libri e ci saluta, dice che andrà a mangiare un panino prima di rientrare a casa.
Ci ripensa e torna indietro, ci raccomanda di andare a visitare una mostra e

ci racconta che in un museo a Parigi ha avuto la tentazione di rubare un quadro: era piccolo, ero sola, in borsetta ci sarebbe stato.


Prima di uscire vede un libro con, in copertina accanto alla parola infelicità, la Torre Eiffel. Io a Parigi non posso immaginarmi infelice, sospira, questo libro lo prendo la prossima settimana, aggiunge. Ricordatevelo.

M.L. esce dalla libreria e ti lascia la sensazione di essere stata attaccata da un tornado; ma io M.L. l’adoro. E quel libro con Parigi in copertina un po’ lo avevo messo lì, sapendo che lei lo avrebbe notato.