I suoi occhi

Bozorg ‘Alavi – Ponte 33 – traduzione Giulia Ansaldo

“Il quadro intitolato I suoi occhi non era altro che il volto di una donna. Un volto allungato, incorniciato da boccoli neri come pece che le ricadevano sulle spalle. Ogni dettaglio appariva offuscato. Il naso, la bocca, le guance e il mento erano rappresentati con colori scuri. Come se l pittore avesse voluto dire che la proprietaria di quel volto non era più di questo mondo e soltanto gli occhi avevano lasciato una traccia permanente nella sua memoria. Quegli occhi esercitavano un’attrazione particolare su chi li guardava. Non esprimevano stordimento, eppure il loro sguardo riusciva a lacerare tutte le barriere tra il volto e lo spettatore, penetrando il cuore di quest’ultimo come una freccia.”

Un quadro esposto al Museo di Tehran racconta gli occhi di una donna misteriosa. Si intitola I suoi occhi quel quadro, e nessuno, o quasi, sa a chi quegli occhi appartengono. Il quadro è una delle opere più famose del pittore Makan, un uomo che è stato anche un simbolo della lotta contro la dittatura, Perché siamo in Iran, siamo sotto dittatura appunto, e l’atmosfera che si respira è quella della repressione, della paura. Nessuno si fida di nessuno, tutti si guardano con sospetto.

Ma torniamo a quegli occhi, a quella donna, al vicedirettore del museo che è ossessionato da quel quadro, ossessionato da voler conoscere chi sia quella donna. Una donna che deve essere stata molto importante per l’artista Makan

“Avrebbe potuto chiamarlo semplicemente “Occhi”, ma aggiungendo “I suoi” voleva indicare gli occhi di una donna precisa, per la quale provava interesse. Dunque il fulcro di tale interesse doveva essere la loro proprietaria, non gli occhi in sé…”

Vi dico subito che, a differenza del vicedirettore del museo che passa parecchi anni davanti al quadro a farsi domande, noi scopriremo quasi subito chi è la protagonista del ritratto, e vi dico subito che il vero mistero sarà quello di scoprire il perché di quegli occhi dipinti. Del perché quegli occhi abbiano quell’espressione

“Il volto di quella donna era molto bello, ma ciò che si imprimeva nella mente di chi stava a guardare non era la bellezza del volto, ma il mistero e il segreto di quegli occhi. Allungati e leggermente strabici. A volte veniva da piangere ad ammirarli e a volte, al contrario, lo spettatore si immaginava una donna astuta che con quello sguardo torturava il pittore.”

Vi dico subito che la voce narrante del romanzo è sì il vicedirettore del museo che vuole sapere, che soprattutto vuole ascoltare e che quindi, a un certo punto, si fa da parte e cede il testimone di voce narrante a  lei, alla modella (consapevole o inconsapevole) dell’opera più misteriosa del maestro Makan.

I suoi occhi è una storia d’amore e di sacrificio

“Io sono il capitolo di un libro. La mia vita è interessante solo nella misura in cui è legata a quella del Maestro.”

Di sacrificio per una passione: che sia quella verso la persona amata, che sia quella verso l’arte, che sia quella verso il proprio paese. Perché I suoi occhi è un racconto dove la politica e la storia hanno un ruolo importante. Ma è anche un romanzo che racconta la tristezza di una donna, la sconfitta di una donna forse

“Ogni piacere, se ripetitivo, diventa pena e sventura. Bene, a pensarci, la radice della mia sfortuna sta nel benessere e nell’agio in cui sono cresciuta sin dall’infanzia.  La mia bellezza mi ha provocato diversi fastidi. La bellezza sommata a una vita priva di preoccupazioni. Tutte e due messe insieme mi hanno condotto a questi giorni bui”

Una donna che avrebbe potuto avere tutto e che forse tutto ha avuto. Tutto tranne ciò che avrebbe voluto avere

“Tu non sei in cerca di fama. Non devi rincorrere i soldi. Tu sei in cerca della felicità. Ma non si è felici con un diploma, con i soldi, un marito o cose simili. Bisogna sopportare i dolori della vita perché la felicità possa farti l’occhiolino da lontano

Un racconto che a me ha ricordato Le braci di Márai, nel suo svolgersi tutto in una sera, in una notte, ma portandosi dietro gli echi dei ricordi di anni di vita.

qua ne ho parlato con Luca di Tempo Ritrovato Libri, Giulia Ansaldo (la traduttrice del romanzo) e Giacomo Longhi di Ponte33