Essere libraia

È passato poco più di un anno da quando, durante una colazione romana, Valentina Aversano mi ha detto che dovevo assolutamente raccogliere i miei progetti in un unico luogo. Sono passati diversi mesi da quando l’ho incontrata al Salto e mi ha ribadito che dovevo farlo.

A giugno ho iniziato a prendere in mano la situazione e a lavorare a quel luogo, a costruirlo partendo dal nulla, e per nulla intendo che non avevo le competenze per farlo, ma solo la testardaggine di volerlo fare e i tutorial da ascoltare. Ci ho lavorato molto e in modo disordinato, nei ritagli di tempo, dando sempre la priorità a tutto il resto, continuando a coltivare, forse, la paura di non riuscire a farcela, di peccare di arroganza anche. Ripetendomi spesso chi mi credevo di essere, e che, in fondo, a nessuno sarebbero interessate le cose mie.

A settembre poi ho incontrato Valentina online, e Valentina con quella bravura ed empatia che la contraddistingue, ma soprattutto con la sua professionalità, mi ha fatta vedere più bella di quello che sono, mi ha raccontato i miei progetti come se fossero qualcosa di importante, ci ha visto possibilità e futuro, mi ha dato suggerimenti e programmi da seguire.

E io l’ho fatto, ho messo la costruzione del mio luogo davanti a tutto, ho dedicato a lui non i ritagli di tempo, ma il mio tempo, il mio luogo è diventato un appuntamento fisso in agenda, una voce da spuntare a fine giornata. Poi ho dovuto mollare, ho dovuto mettere in pausa la costruzione di quel mio luogo: ho dovuto essere solo una libraia (e dovuto non è da intendersi nell’eccezione negativa del termine).

Ho capito che se vuoi essere la libraia di una libreria indipendente non puoi pensare che la tua giornata “lavorativa” si concluda quando chiudi la porta lanciando un “Ci vediamo domani” e nemmeno quando scendi da quel treno dei pendolari che ti ha riportata a casa; se vuoi essere una libraia di una libreria indipendente lo devi essere a tempo pieno,  lo devi essere leggendo in ogni momento libero, per costruirti quel bagaglio che è l’unico modo che ti permetterà di rispondere alle richieste dei lettori.

Avrei voluto raccontare questi mesi da libraia da Tempo Ritrovato Libri, farlo meglio e farlo di più, ma sono riuscita solo a raccontare qualche dettaglio, perché ho preferito viverlo questo tempo. Ho preferito parlare di libri ogni giorno, raccontare ciò che ho letto, consigliare ciò che mi ha entusiasmato, cercare il libro adatto a ogni lettore che ha voluto fidarsi di un mio parere; ma anche ascoltare i consigli dei clienti e ricevere qualche grazie per quei consigli che avevano colto il segno. Ho preferito parlare di libri sempre e soprattutto con Luca e Deborah che mi hanno voluta ospitare ancora una volta nello splendido luogo che si sono costruiti; Luca e Deborah che non ringrazierò mai abbastanza per la possibilità che mi hanno dato e la fiducia che mi hanno dimostrato.
Tra pochi giorni questa esperienza, almeno per ora, si concluderà e io tornerò alla costruzione di quel mio luogo che spero presto riuscirà a vedere la luce, anzi ora come vorrebbe Valentina dovrò darmi una data di scadenza e basta scuse…

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(La foto me l’ha fatta Luca a settembre, in uno dei primi giorni in libreria, ora il mio viso ha i segni della stanchezza di questi giorni, ma il sorriso non se ne è mai andato)