Leonardo Caffo – Ponte alle Grazie
“La «gioventù» esattamente come il «genere», va considerata una convenzione che si può «sciogliere»; proprio come si può essere di sesso maschile ma di genere femminile, così potremmo essere di biologia giovane ma di genere vecchio e viceversa, fino a immaginare una teoria queer – cioè dell’impossibilità tassonomia di definire i generi – anche per la vecchiaia e la gioventù.”
Mentre leggevo Essere giovani, continuava a tornarmi in mente quella frase che ci ripetiamo sempre, almeno noi che ormai ci definiamo “diversamente giovani”: L’importante è essere giovani dentro. Quella frase che la adottiamo un poco come scusa per dimenticarci degli anni che passano o, forse, per sottolineare proprio che nonostante quegli anni, noi dentro non stiamo invecchiando
“la gioventù è un pensiero e non un oggetto”
Ripete più volte Caffo, cercando di afferrare il significato della gioventù, appunto, o di fermarla proprio in quel momento che per lui segna il passaggio dall’essere giovane al diventare adulto. Quel momento che può essere sottolineato dall’attesa di un figlio, ma anche semplicemente dal ritrovarsi a cercare un lavoro, a lavorare, a imbruttirsi facendo ciò che non volevamo fare quando immaginavamo il nostro diventare adulti.
“Che cos’è in fondo la vita adulta se non una follia? Impilati in macchina o in tram per andare a lavoro, precari a vita e appesi a qualcosa, inseguiamo vantaggi sociali transitori mentre respiriamo le polveri sottili di questa o quella metropoli dove siamo costretti, felicemente pensiamo noi, a vivere. Penso a questo tuk-tuk che correva in qualche estate di tanti anni fa, forse in Cambogia o forse in Birmania, e mi pare che ogni giorno passato lontano da questo ideale di libertà sia una totale perdita di tempo.”
Ma nella gioventù, nell’essere giovani, si può inciampare in ogni momento, ci dice (o si dice) Caffo, a volte basta un pallone sulla spiaggia, o incontrare gli amici di quel tempo in cui definirci “giovani” era ancora possibile. Basta ricreare uno scherzo, crederci, vedere “nel pericolo un’opportunità”. Quindi magari basta proprio non rimanere seduti, credere nel cambiamento, nel tutto possibile, in quel Cosa vuoi fare da grande? E, soprattutto, a quella risposta: l’astronauta.
È un libro filosofico quello di Leonardo Caffo e, molto probabilmente, io ne ho compreso solo una parte, ma è anche un libro che diventa una sorta di diario. I pensieri dell’autore si mischiano all’attualità, ma anche ai ricordi riportati da incontri e fotografie. È un libro che fa pensare, ma anche che ci ricorda che forse dovremmo pensare di meno e agire di più, come fanno appunto i giovani…
“Volevo spiegare cosa significa essere giovane invece forse ho capito cosa significa essere e basta.”
Essere giovani è il ventitreesimo Libro Vagabondo, la proposta di Mutty di Castiglione delle Stiviere (MN)

