Dove si nasconde il lupo

Aylet Gundar-Gosher – Neri Pozza – traduzione Raffaella Scardi

“Stai bene, figlio mio? Cosa ti è successo durante le lunghe ore in cui siamo stati separati? Ti hanno preso in giro, figlio mio? Ti hanno fatto del male? Cercavo di leggerglielo in viso, ero così concentrata nel trovare risposte a tutte queste domande che mai, nemmeno una volta, gli ho chiesto, ma tu, figlio mio, hai preso in giro qualcuno? Hai fatto del male a qualcuno?”

Lilach e Michael vivono nella Silicon Valley. Michael ha un buon lavoro, Lilach invece ha dovuto lasciare la sua carriera nella vita precedente, quella vissuta in Israele, quella che hanno deciso di lasciare là, insieme alle origini e alle loro famiglie. Insieme a una parte del loro cuore forse

«dopo che ci siamo trasferiti negli Stati Uniti, qualche volta ho sognato che abitavamo ancora nel nostro vecchio appartamento, a Tel Aviv. Amavo Israele. La amavo come una donna maltrattata ama il marito che la picchia, ma sa che si deve allontanare per salvare i figli».

Lilach e Michael hanno un figlio, Adam, un adolescente introverso con pochi amici e di poche parole. Un ragazzo che difficilmente viene invitato alle feste, ma che una sera a una festa andrà e quella sarà la sera in cui cambierà tutto

“Si procedeva così: hip hop all’andata, Beatles al ritorno, e nel mezzo, silenzio. Lui a scuola. Io a casa. Michael al lavoro. Tre fiumi che non si incontravano fino a sera, quando si sarebbero riuniti in un unico mare, per una cena che a volte era rumorosa e altre silenziosa, e sempre, sempre si svolgeva in un profondo letargo. Un letargo da cui ci siamo svegliati di colpo un giovedì sera alle undici, quando Adam ha telefonato a Michael e ha chiesto con voce tremante: «Papà, mi puoi venire a prendere? È morto un ragazzo»”

Perché quello che in un primo tempo era sembrata essere una morte accidentale, potrebbe essere una morte provocata e a provocarla potrebbe essere stato proprio il taciturno Adam.

Ma, in fondo, forse tutto era iniziato a cambiare prima. Quando durante un attentato alla sinagoga una ragazza era stata uccisa, quando la paura aveva iniziato a insinuarsi in una comunità ebraica che, lontano da Israele, si era sentita protetta, sicura.

Nel nuovo romanzo di Ayelet Gundar-Gosher, autrice che io ho amato molto nel suo Bugiarda, la tensione cresce pagina dopo pagina, i dubbi di Lilach diventano anche quelli del lettore. Lei come noi inizia piano piano a prendere consapevolezza delle cose, lei come noi si fa ingannare dalle apparenza o forse no. Perché noi lettori vediamo quello che lei vede; ogni pagina, ogni vicenda è filtrata dal suo sguardo, quello di una madre la cui paura più grande è che a suo figlio possa succedere qualcosa, quello di una madre che vuole proteggere il suo cucciolo, ma che, nello stesso tempo, non è poi così sicura che quel cucciolo sia completamente innocente.

“Partorisci un bambino e la prima cosa che fa quando esce dal tuo ventre è piangere con una voce che non è la tua. Perché fino a quel momento, fino al parto, ha parlato attraverso la tua gola, quando era affamato tu chiedevi cibo, e adesso piange con la propria voce, e tu la benedici, la sua voce, ti assicura che va tutto bene, che respira senza di te. Ascolti il primo gorgoglio, la prima lallazione, la prima parola. Custodisci le sue frasi. Finché, un giorno, quella voce così familiare cambia.”

Dove si nasconde il lupo è un romanzo ben costruito, un romanzo che ti cattura già con un incipit potente e ti tiene incollato alla pagina, obbligandoti ad andare avanti fino in fondo. Un po’ come Uri, il personaggio che a un certo punto entrerà in questa storia e la invaderà tutta

“Non appena ha aperto bocca, è stato chiaro. Qualcosa nella sua voce, nell’incisività con cui parlava, ti imponeva – no, non imponeva, l’imposizione suscita resistenza ed era l’esatto contrario, la sua voce ti portava a desiderare – di seguirlo. La voce del pifferaio magico.”

ma oltre ovviamente non vado.