Cena per sei

Lu Min – Orientalia – traduzione Natalia F. Riva

“… due famiglie, sei persone, il loro primo incontro nella residenza del personale della fabbrica di valvole termoioniche, che non esisteva più. Come in uno spettacolo di marionette, stavano su un piccolo palcoscenico ognuno al proprio posto. Ricordavano alberi secchi in un cerchio disegnato dal destino. Si scambiavano saluti freddi, ignari di ciò che il futuro aveva in serbo per loro”

Due famiglie e una cena a settimana, al sabato, per riunirle, per fare in modo che si conoscano, per salvare un poco quell’apparenza che un legame tra amanti stava incrinando.

Da una parte Su Quin e i suoi due figli: Bai e Lan. Su Quin una donna orgogliosa e vedova

“Aveva preteso da se stessa eterna fedeltà emozionale verso il marito defunto. Le catene che portava ormai da una vita le avevano inflitto ferite profonde che non smettevano di sanguinare, negandole la possibilità di ritornare a essere felice”

Dall’altra Bogang e i suoi due figli: Zhenzhen e Chenggong. Bogang a sua volta vedovo, uomo che arriva dalla fabbrica e che, a un certo punto, inizia a essere violento e a perdere la memoria

“Era il suo modo di gestire le cose: dimenticare era la tecnica raffinata che adottava in parecchi casi, all’insaputa di tutti”

Dalla fabbrica perché il Viale è il settimo protagonista di Cena per sei, la strada che attraversa la zona industriale di una città non definita della Cina. Il viale, dove cenere e fumo dilagano e dove le conseguenze per la salute sono inevitabili

“Di giorno emetteva un fumo leggero praticamente invisibile a occhio nudo. In realtà, non era fumo, ma polvere di cemento finissima che trasportata dall’aria si depositava in ogni angolo nelle case della zona industriale. Si accumulava con pazienza lungo la giornata ammantando tutto di bianco. Quando la gente rincasava e puliva i tavoli, ritirava le coperte stese fuori e spostava i vasi di ceramica, vedeva la cenere anche a occhio nudo. La trovava sopra qualsiasi cosa prendesse in mano: era una specie di velo che trasformava ogni oggetto in una sposa. Quasi commovente!”

Due famiglie che vorrebbero unirsi, ma forse anche no, che in fondo lo faranno solo per quelle cene e per un periodo limitato, per poi separarsi

Ma due famiglie i cui destini resteranno incrociati, continueranno a incontrarsi a non perdersi di vista; sei persone che, pur non riuscendo a formare un’unica famiglia, continueranno a sentirsi tale.


“Le loro famiglie erano come due pezzi di argilla e lui doveva unirli al più presto! Sarebbero diventati una delle miriadi di luci della città: al chiarore dell’abat-jour, fratelli e sorelle avrebbero chiacchierato senza paura e scherzato in allegria. La loro sì che sarebbe stata una famiglia straordinaria…”


Ci sarebbe tanto da dire su questo romanzo di Lu Min: saga familiare, critica sociale, analisi di una Cina moderna (quella che va dagli anni Novanta ai primi anni Duemila); scontro tra chi non ha ambizione, ma aspira forse alla sola tranquillità, e chi vuole il successo; matrimonio, formare la famiglia come punto di arrivo, punto di riscatto o, forse solo, tappa necessaria.


“Non le interessava mettere al mondo un bambino per amore, né per piacere del sesso, né per senso materno o qualunque altro tipo d’amore. Le interessava solo procurarsi un ulteriore oggetto di scena, da usare come una corda per tenersi ancorata alla perfezione”


Storia d’amore. Perché sì, c’è anche una splendida storia d’amore in Cena per sei, una di quelle storie che hanno la base nell’ostacolo e nel sacrificio


«… Dove sta il mistero della trasparenza? Il vetro ci separa dalle cose, non possiamo toccarle ma solo vederle. Davvero, pensateci, è inaccessibile! Cosa c’è di paragonabile al mondo?»


La sua domanda retorica era rimasta sospesa nell’aria. Dopo un lungo silenzio, Chenggong aveva concluso: «Infatti, secondo me lo stadio più alto in un rapporto tra due persone è uguale al vetro».

I temi sono davvero tanti, anche perché ognuno dei personaggi ne porta con sé almeno uno. E Lu Min quei personaggi sa disegnarceli bene, come sa portarci in giro per quel Viale, facendoci respirare l’odore dell’aria e il fumo di ciminiere e sigarette.

Però se dovessi raccontare io questo romanzo, partirei dicendo che Cena per sei parla di famiglia, parla di rapporti e parla di come il caso possa diventare il vero protagonista dello svolgersi degli eventi. E, ovviamente, parla d’amore.