Inoue Yasushi – Adelphi – traduzione Giorgio Amitrano
«La ringrazio per avermi fatto compagnia nella mia ultima cena. È possibile che domani un mio conoscente si presenti qui a chiedere di me. Gli ho mandato un telegramma di addio. Se dovesse venire quando lei è qui le chiederei la cortesia di dargli questa» disse, e porse a Sugi una rosa rossa artificiale.
«E se invece non si facesse vedere?» chiese Sugi.
«In questo caso sia così gentile da gettarla via»
Un uomo e una donna sono gli unici ospiti di un hotel che si affaccia sul mare, non si conoscono, ma entrambi sono lì per lo stesso motivo: la morte. Hanno deciso di togliersi la vita e hanno deciso di farlo proprio lì: lei lo farà il giorno dopo il loro incontro, lui lo farà non appena avrà terminato la lettura del libro che si è portato con sé
“Quando aveva deciso di uccidersi, Sugi si era domandato se gli restasse qualche rimpianto, ma l’unico a venirgli in mente era non aver portato a termine, ai tempi del liceo, la lettura di un’opera affascinante come il Viaggio in Oriente di Ruysbroeck”
Per lui vivere non ha più senso perché ha fallito, per lei vivere non ha più senso perché ha perso l’amore, perché l’amore è l’unica cosa per la quale abbia un senso vivere
«Allora mi dica, se non è l’amore, che cos’è che desidererebbe di più?»
Questo è un racconto di poche pagine (Amore è una raccolta di tre brevi racconti), ma un racconto che lascia addosso un’atmosfera fatta di dettagli: una rosa artificiale, un libro da finire, la musica della Cumparsita che pare essere così fuori luogo in quell’albergo giapponese lontano dalla vita e che, invece, è perfetta.
La morte, l’amore, le onde è un racconto meraviglioso. E, certo, questa raccolta raccoglie altri due racconti, ma una volta letto questo gli altri un poco scivolano via e non perché non siano validi, ma perché questo è decisamente un piccolo gioiellino.

