Libro vagabondo_diciasettesima tappa
Qualche giorno fa sono uscita per fare una passeggiata, senza impegno e senza meta. Per “flanare”, per girovagare insomma. Ma poi mi è venuta in mente la Libreria Alaska, la nuova libreria aperta il 18 dicembre nel quartiere Affori, a Nord di Milano, quindi ho deciso di raggiungerla e andare a conoscere i coraggiosi ideatori di questa impresa. Era un giorno grigio di pioggia, quel giorno,
ma la piccola libreria mi ha accolto già dall’esterno con lucine e bandierine colorate e con quell’adesivo che ho notato subito “Qua nessuno è straniero”. All’interno, invece, ho trovato il calore e l’accoglienza di Emanuela e Francesca, due delle otto persone che fanno parte di questo progetto.
E sono loro due a raccontarmi la storia di Alaska,
questa libreria nata dal sogno di Carolina di aprire un luogo di incontro proprio lì, in una zona di Milano, la sua, che ne sentiva la mancanza. Un giorno i pianeti si sono allineati, mi racconta Emanuela, e Carolina ha saputo che questo locale si era liberato, così ha deciso di mettere insieme un po’ di persone e di creare una cooperativa di lavoro, della quale è la presidentessa, e di iniziare questa avventura. Tutto è partito da una mail che convocava una riunione.
E da lì abbiamo messo in piedi tutto in pochissimo tempo: svuotato e venduto ciò che apparteneva al negozio precedente (il salone di una parrucchiera) e messo in campo le nostre forze per creare la nostra libreria, continuano a raccontarmi le ragazze. Perché sono davvero giovani queste ragazze e lo sono anche gli altri componenti della cooperativa: siamo in otto, mi dicono, ognuno con le proprie competenze, ognuno di noi si occupa di un settore all’interno di questo progetto. Ognuno di noi ha già un lavoro con il quale si mantiene.
Emanuela mi racconta di essere architetto, Francesca di essere stata insegnante e che forse tornerà a esserlo; perché quello che si capisce subito è che questa cooperativa non è di certo a fine di lucro, ma si basa solo sulla passione di chi in questo mondo vuole stare e di chi a questo quartiere vuole regalare un luogo dove poter respirare cultura.
Un luogo che possa far avvicinare anche i più giovani, mi dice Francesca, perché se non hanno vicino a casa la possibilità di conoscere i libri, forse a quei libri faranno più fatica ad accostarsi.
È bello sentire l’entusiasmo di queste due ragazze (che immagino essere quella di tutto il gruppo), è bella questa sensazione di “unione che fa la forza”, di diversità che aiuta a vedere le cose in modo più completo. Siamo aperti da circa dieci giorni e già abbiamo visto che non tutti la pensiamo allo stesso modo, mi racconta Francesca, ma ci sta e questo è un punto di forza per noi.
Siamo Millennials, aggiunge Emanuela, abbiamo visto la crisi e la pandemia, non abbiamo avuto la possibilità di provare a fare le cose da soli, ci siamo sempre dovuti appoggiare, unire, abbiamo imparato che la condivisione è l’unico modo.
Poi mi parlano di riunioni, di tavoli di lavoro, di decisioni che vengono prese ascoltando le competenze e le idee gli uni degli altri: Perché nella nostra cooperativa ognuno arriva da un mondo diverso, chi dalla pubblicità, chi dall’editoria, chi dalla comunicazione, chi da altro. In futuro pensiamo di fare dei laboratori di scrittura (tra di noi ci sono scrittori e anche un insegnante della Holden) e dei laboratori per i bambini, un gruppo di lettura, certo. Sperando che i tempi lo consentano, concludono. E in futuro ci sarà anche la figura della libraia più o meno fissa, perché una libreria ha anche bisogno di un punto di riferimento, mi dicono poco dopo (o poco prima…)
Perché Alaska?, come avete scelto questo nome, chiedo a Emanuela, mentre Francesca sta preparando il diciassettesimo #librovagabondo (che a breve vi svelerò). Un po’ per una questione di suono, ma soprattutto perché
volevamo un nome che rappresentasse un luogo da scoprire, e anche un avamposto a nord, come lo è questo quartiere, a nord, appunto di Milano. E poi, continua, l’Alaska non è solo ghiaccio, ma anche orsi bruni e verde. E mentre lo dice mi indica il verde che qua e là è caratterizza la libreria.
Alla libreria Alaska ho trovato la vera passione (Francesca mi ha detto: lavoravo in un ambiente che non amavo molto, ora che ho questo angolo dove tornare, forse potrei anche pensare di riprendere a fare quel lavoro), il vero entusiasmo quello che, a volte, si pensa di non poter trovare nei giovani di oggi e tanto coraggio e voglia di fare. Perché non è da tutti impiegare il proprio tempo libero in un progetto che non porterà a un riscontro economico, ma “solo” a creare socialità, a creare esperienza e scambio. A fare anche, e soprattutto, un servizio per la comunità. Non è da tutti capire che ci si può arricchire anche con le emozioni e con la bellezza. E con la conoscenza.
Mentre parlavo con Emanuela e Francesca ho visto clienti entrare e passanti mettere dentro la testa solo per dire “Che bello una libreria!” e questo forse fa sperare che davvero esista un mondo dove delle librerie si è sentita (o si senta) la mancanza.
Vorremmo che la gente venisse a riscoprire anche questa zona di Milano mi hanno detto, non solo la libreria. Vorremmo che la libreria fosse solo un punto di partenza. Quindi, aggiungo io, se passate da Milano, ricordatevi anche di questo avamposto a Nord, Affori/Alaska, venite a conoscere l’entusiasmo e a premiare il coraggio e il cuore di questi giovani librai e poi, con un libro sotto il braccio, continuate la passeggiata.
Alaska libreria è a Milano, via G.R. Carli 39
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